Non si può parlare di Yoga senza parlare di Yama e Niyama. Il primo Yama è Ahimsa, la non violenza. In generale non ho mai trovato facile parlare di Yoga, ogni concetto è allo stesso tempo incredibilmente semplice e incredibilmente difficile. Parlare attraverso Merudan mi aiuta ad affrontare temi importanti in un modo tenero, diretto e sincero. Attraverso di lui riesco a far cadere maschere e filtri, lui non ha bisogno di nascondere niente, mostra se stesso con totale e disarmante sincerità e lo adoro per questo. Questo percorso nuovo che ho iniziato insieme alla scimmia yoga mi sta facendo bene.
mercoledì, settembre 24, 2025
martedì, agosto 26, 2025
Yama e Niyama
Per questa nuova avventura con La Scimmia Yoga ho pensato di proporre un argomento a me caro, gli Yama e Niyama. Nel secondo libro degli Yoga Sutra di Patanjali vengono presentati in maniera molto chiara e ho provato a immaginarli raccontati da Merudan e il suo gatto Boba.
Alle radici dello Yoga troviamo gli Yoga Sutra di Patanjali
Merudan desidera comprendere cosa sia lo Yoga. Negli Yoga Sutra di Patanjali viene spiegato che lo Yoga è come un bellissimo albero con 8 rami. Ogni ramo porta molti frutti e ogni frutto contiene semi che se coltivati con dedizione lo possono portare alla comprensione. Ognuno di questi semi è davvero prezioso ma non è nel terreno che va piantato, è dentro di sè che va posato ed è lì che deve essere curato.
💗
In collaborazione con La Scimmia Yoga
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lunedì, luglio 28, 2025
Novità per Merudan e me =^.^=
Dopo tanti anni di collaborazione con Yoga Journal (ora Yoga Mind) io e Merudan abbiamo ora iniziato un nuovo percorso insieme a Sara Bigatti e La Scimmia Yoga, qui vi raccontiamo il nostro incontro e anche qualcosa a proposito di noi, tratto dalla pagina de La Scimmia Yoga.
Eloisa & Merudan

Eloisa Scichilone è illustratrice
e insegnante di Yoga
Inizia
a 19 anni a lavorare per grandi aziende e illustrando per l’animazione.
Venticinque anni fa incontra lo Yoga in un momento difficile, in cui
aveva bisogno di sostegno.


~
“Al mio corpo piaceva ed è stato facile metterci tutto quel rigore che
avevo sempre messo in ogni cosa, arrivando a praticare ogni giorno, con
sveglia alle quattro del mattino, dieta rigorosa e un atteggiamento
molto competitivo perché volevo assolutamente fare tutti gli asana che
mi venivano proposti facendomi anche male ogni tanto…non propriamente
l’ideale
.
Seguire il primo corso insegnanti nel 2003 mi ha aiutata a comprendere
cosa stavo facendo e cosa NON stavo capendo e ho iniziato a pormi
domande che prima un po’ evitavo e a guardare da fuori il mio modo di
praticare e di vivere.” ~

Eloisa inizia a tenere un blog per parlare di sé e con sé, e quasi subito si trova accanto un grosso orso come alter ego:
Merudan 


Era
il suo specchio, quella parte che fino ad allora aveva cercato di
nascondere ma che, ingombrante com’era, continuava a venire fuori: il
disagio, la rabbia, il senso di inadeguatezza.
~ “Merudan
indossa una maglietta troppo corta per lui e raramente altro abbigliamento perché tutto gli stringe e lui ama la comodità.

Man
mano cambia, diventando più tenero, sostituendo l’atteggiamento
aggressivo: è scombinato, pasticcione, irriverente e leggero.
Merudan
è diventato un amico, un compagno di pratica e di vita capace di farmi
vedere ogni cosa in maniera diversa, capace di farmi dialogare col mio
maestro interiore. Ha iniziato a darmi un nuovo punto di vista, ogni
volta inaspettato”. ~
Merudan
ha ottenuto un suo blog e grazie a Guido Gabrielli è stato la striscia
di apertura di Yoga Journal Italia (ora Yoga Mind) per quasi quindici
anni e nel 2016 è diventato un libro “La Posizione dell’Orso - Lo Yoga
allegro di Merudan” e poi un libro da colorare “Yoga Affirmation
Coloring Book”.





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venerdì, aprile 18, 2025
venerdì, aprile 11, 2025
lunedì, febbraio 03, 2025
martedì, agosto 15, 2023
venerdì, aprile 21, 2023
Milano Roma cancellato
Vi viene mai il sospetto che , quando tutto fuori va storto tanto da
costringervi a tornare a casa, ci sia qualcuno che manovra a tal fine???
lunedì, ottobre 03, 2022
Paura
E' un po' che ci penso, un bel po' a dire la verità, e io non amo così tanto raccontare di me ma ci sono momenti in cui tutto l'attorno è come se chiamasse a condividere, e io ho imparato ad ascoltare. Ci sono argomenti che toccherò nel libro al quale voglio lavorare ma occorrerà del tempo e sento che è necessario condividere adesso. E' un post molto lungo, occorre tempo. 😌
Io ho un sacco di paure.
Ho paura dei luoghi chiusi e dell'altezza. Vado in panico se devo salire su un palco e parlare davanti a sconosciuti ma anche parlare a piccoli gruppi mi ha sempre riempito di angoscia.
Ho paura del giudizio altrui, di qualunque tipo sia. Anche solo fare una telefonata a qualcuno che non conosco per me è un incubo. Praticamente qualunque cosa che porti all' interazione col genere umano mi fa paura. Fin da bambina. Nonostante questo ho fatto molte cose : ho insegnato per dieci anni disegno e da quasi venti yoga, ho fatto laboratori, sono salita sul palco e ho fatto interviste e viaggiato. Sempre con una paura pazzesca e a volte facendo una figura pessima...ma almeno l'ho fatto.
Con gli anni, invecchiando, le paure si sono un poco attenuate ma non poi così tanto. Sono ancora tutte lì.
Ho avuto per molto tempo paura di ammalarmi, di non essere ascoltata e di essere pazza. Paura di essere o di diventare pazza...forse quella era la paura più grande (ho preso il litio per cinque anni...). Sono cresciuta con una mamma che soffriva di depressione. La sentivo piangere ogni notte. Era una donna coraggiosa ma non l'ho mai vista felice. Di lei da bambina mi colpiva che anche quando sorrideva aveva gli angoli della bocca all'ingiù. Era troppo sensibile e, come me, percepiva molto più di quello che arriva alla maggior parte della gente. Essere così sensibili può essere molto dura, è un po' come essere privi di pelle e costantemente esposti al sole del deserto. Io mi sono sempre sentita così : troppo esposta e troppo sola. Senti e vedi cose che non vorresti e che non puoi davvero raccontare. Ad un certo punto ho cercato di sparire e ho smesso di mangiare. Quello in verità rimane nella mia memoria uno dei periodi più felici della mia vita, la sensazione che provavo era pericolosamente meravigliosa (ma di questo parlerò un'altra volta), anche in quel caso anche ebbi paura. Dopo tre settimane di digiuno totale ebbi paura di non riuscire più a mangiare e la paura fu un'alleata preziosa, mi fece capire che facendo un altro passo avanti non sarei tornata indietro. Ci sono voluti altri venti anni poi per trovare un equilibrio e ho avuto paura ancora tante volte in seguito, ogni volta che arrivavo troppo vicina al burrone mi spaventavo e tornavo indietro.
Io sono stata fortunata alla fine, oltre alla voce che mi diceva di uscire di strada (letteralmente...non in senso metaforico) c'era sempre l'altra voce che mi faceva tenere le mani sul volante. Ho avuto vari incidenti e, sebbene mai causati consapevolmente da me, ogni volta mi hanno fatta fermare e chiedere aiuto. Quel chiedere aiuto mi ha permesso di arrivare fino a qui ed essere in grado di parlare di tutto ciò col la speranza di potere essere utile, che poi è ciò che mi fa scrivere e disegnare e insegnare.
Mi è stato insegnato a rinunciare e che non vale la pena vivere e che non si può essere felici o amati davvero...ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Ci sono malattie chiamate "invisibili" e che in verità invisibili non sono, hanno sintomatologie precise e dinamiche precise e infatti tutte le persone che hanno sofferto o soffrono di anoressia o disturbi alimentari in genere, e tutti quelli che hanno sofferto o soffrono di depressione guarda caso si riconoscono tra loro e nei racconti degli altri. Solo che se piangi tutto il giorno e pensi che non ce la fai a vivere sembri un buono a nulla o uno che non sa vedere i "problemi veri". Il fatto è che se hai una gamba rotta, lo vedono tutti e si scansano per farti spazio ma se hai il cuore spezzato o peggio ancora, l'anima spezzata, invece ti schiacciano e tu li lasci fare perché davvero non ce la fai a prenderti lo spazio di cui hai bisogno.
Ho sempre disegnato e questo mi ha aiutata e anche se è una lotta costante perché la spinta a rinunciare a volte è più forte della spinta alla vita, quella voce profonda che ho imparato ad ascoltare anche grazie allo yoga non ha mai smesso di esserci, di parlarmi e tendermi una mano, a volte attraverso chi ho accanto.
Dovremmo imparare a non giudicare gli altri ma solo a comprendere. Siamo in tanti ad avere paura di qualcosa o di tante cose e forse a volte è più utile ammettere che cazzo se è difficile e doloroso e faticoso! Piuttosto che dire sempre che va tutto bene. E magari approfittare di quando va bene per confessare una scomoda verità. ❤️
Io ho un sacco di paure.
Ho paura dei luoghi chiusi e dell'altezza. Vado in panico se devo salire su un palco e parlare davanti a sconosciuti ma anche parlare a piccoli gruppi mi ha sempre riempito di angoscia.
Ho paura del giudizio altrui, di qualunque tipo sia. Anche solo fare una telefonata a qualcuno che non conosco per me è un incubo. Praticamente qualunque cosa che porti all' interazione col genere umano mi fa paura. Fin da bambina. Nonostante questo ho fatto molte cose : ho insegnato per dieci anni disegno e da quasi venti yoga, ho fatto laboratori, sono salita sul palco e ho fatto interviste e viaggiato. Sempre con una paura pazzesca e a volte facendo una figura pessima...ma almeno l'ho fatto.
Con gli anni, invecchiando, le paure si sono un poco attenuate ma non poi così tanto. Sono ancora tutte lì.
Ho avuto per molto tempo paura di ammalarmi, di non essere ascoltata e di essere pazza. Paura di essere o di diventare pazza...forse quella era la paura più grande (ho preso il litio per cinque anni...). Sono cresciuta con una mamma che soffriva di depressione. La sentivo piangere ogni notte. Era una donna coraggiosa ma non l'ho mai vista felice. Di lei da bambina mi colpiva che anche quando sorrideva aveva gli angoli della bocca all'ingiù. Era troppo sensibile e, come me, percepiva molto più di quello che arriva alla maggior parte della gente. Essere così sensibili può essere molto dura, è un po' come essere privi di pelle e costantemente esposti al sole del deserto. Io mi sono sempre sentita così : troppo esposta e troppo sola. Senti e vedi cose che non vorresti e che non puoi davvero raccontare. Ad un certo punto ho cercato di sparire e ho smesso di mangiare. Quello in verità rimane nella mia memoria uno dei periodi più felici della mia vita, la sensazione che provavo era pericolosamente meravigliosa (ma di questo parlerò un'altra volta), anche in quel caso anche ebbi paura. Dopo tre settimane di digiuno totale ebbi paura di non riuscire più a mangiare e la paura fu un'alleata preziosa, mi fece capire che facendo un altro passo avanti non sarei tornata indietro. Ci sono voluti altri venti anni poi per trovare un equilibrio e ho avuto paura ancora tante volte in seguito, ogni volta che arrivavo troppo vicina al burrone mi spaventavo e tornavo indietro.
Io sono stata fortunata alla fine, oltre alla voce che mi diceva di uscire di strada (letteralmente...non in senso metaforico) c'era sempre l'altra voce che mi faceva tenere le mani sul volante. Ho avuto vari incidenti e, sebbene mai causati consapevolmente da me, ogni volta mi hanno fatta fermare e chiedere aiuto. Quel chiedere aiuto mi ha permesso di arrivare fino a qui ed essere in grado di parlare di tutto ciò col la speranza di potere essere utile, che poi è ciò che mi fa scrivere e disegnare e insegnare.
Mi è stato insegnato a rinunciare e che non vale la pena vivere e che non si può essere felici o amati davvero...ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Ci sono malattie chiamate "invisibili" e che in verità invisibili non sono, hanno sintomatologie precise e dinamiche precise e infatti tutte le persone che hanno sofferto o soffrono di anoressia o disturbi alimentari in genere, e tutti quelli che hanno sofferto o soffrono di depressione guarda caso si riconoscono tra loro e nei racconti degli altri. Solo che se piangi tutto il giorno e pensi che non ce la fai a vivere sembri un buono a nulla o uno che non sa vedere i "problemi veri". Il fatto è che se hai una gamba rotta, lo vedono tutti e si scansano per farti spazio ma se hai il cuore spezzato o peggio ancora, l'anima spezzata, invece ti schiacciano e tu li lasci fare perché davvero non ce la fai a prenderti lo spazio di cui hai bisogno.
Ho sempre disegnato e questo mi ha aiutata e anche se è una lotta costante perché la spinta a rinunciare a volte è più forte della spinta alla vita, quella voce profonda che ho imparato ad ascoltare anche grazie allo yoga non ha mai smesso di esserci, di parlarmi e tendermi una mano, a volte attraverso chi ho accanto.
Dovremmo imparare a non giudicare gli altri ma solo a comprendere. Siamo in tanti ad avere paura di qualcosa o di tante cose e forse a volte è più utile ammettere che cazzo se è difficile e doloroso e faticoso! Piuttosto che dire sempre che va tutto bene. E magari approfittare di quando va bene per confessare una scomoda verità. ❤️
mercoledì, settembre 28, 2022
Nuovo libro :-) La Vie d'adulte
Finalmente, dopo oltre un anno e mezzo di lavoro, possiamo annunciare l'uscita del nuovo libro!


Intanto vi annuncio che lo trovate già in pre-ordine su vari siti, qui il nostro preferito
: https://www.bdfugue.com/la-vie-d-adulte-242878 e che sabato 29 ottobre saremo alla Librairie Bdfuguecafè Annecy



domenica, gennaio 24, 2021
martedì, dicembre 08, 2020
giovedì, ottobre 22, 2020
lunedì, settembre 14, 2020
sabato, settembre 12, 2020
giovedì, settembre 10, 2020
mercoledì, settembre 09, 2020
In copertina su Yoga Journal di settembre
E son soddisfazioni!!!







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domenica, aprile 26, 2020
una presenza fatta d'Amore
Sono già passati 7 giorni 😌❤️. 7 giorni che il mio Verdicchio è mancato. Giorni che sono stranamente volati, in un tempo che già scorre come sospeso tra qualcosa che era e che sarà. Verdicchio era il gatto stola, copricapo, sciarpetta, scaldotto per le mani e per la pancia. Mi ha dormito addosso da quando l’ho portato a casa che ancora stringeva tra i denti il pezzetto di lardo che aveva sottratto ai gatti adulti della colonia. Lui e Polvere erano sopravvissuti all’abbandono di una prima mamma e di una seconda che li aveva adottati e poi lasciati per un maschio adulto che ha tentato di farli fuori, avevano due mesi scarsi. Quando li ho portati a casa con me, erano come due topolini spelacchiati e spaventati ma è stato amore allo stato puro dal primo istante per me e per loro appena superata la paura. E dopo quasi sedici anni di abbracci e sostegno e risate e centinaia di disegni che raccontano la nostra storia, dopo tutto questo lui ha lasciato la sua pelliccetta color ruggine in questo mondo per andare da un’altra parte, forse chissà dai miei genitori...eppure io neanche per un istante lo sento lontano. È cosa strana questa e fatico a descriverla a parole, se non dicendo che forse l’Amore quando è tale non può mai lasciare altro che Amore.❤️#amorepersempre #catstagram #chats #Amore#gatti #nousvivonscheznoschats
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giovedì, aprile 23, 2020
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