E' un po' che ci penso, un bel po' a dire la verità, e io non amo così tanto raccontare di me ma ci sono momenti in cui tutto l'attorno è come se chiamasse a condividere, e io ho imparato ad ascoltare. Ci sono argomenti che toccherò nel libro al quale voglio lavorare ma occorrerà del tempo e sento che è necessario condividere adesso. E' un post molto lungo, occorre tempo. 😌
Io ho un sacco di paure.
Ho paura dei luoghi chiusi e dell'altezza. Vado in panico se devo salire su un palco e parlare davanti a sconosciuti ma anche parlare a piccoli gruppi mi ha sempre riempito di angoscia.
Ho paura del giudizio altrui, di qualunque tipo sia. Anche solo fare una telefonata a qualcuno che non conosco per me è un incubo. Praticamente qualunque cosa che porti all' interazione col genere umano mi fa paura. Fin da bambina. Nonostante questo ho fatto molte cose : ho insegnato per dieci anni disegno e da quasi venti yoga, ho fatto laboratori, sono salita sul palco e ho fatto interviste e viaggiato. Sempre con una paura pazzesca e a volte facendo una figura pessima...ma almeno l'ho fatto.
Con gli anni, invecchiando, le paure si sono un poco attenuate ma non poi così tanto. Sono ancora tutte lì.
Ho avuto per molto tempo paura di ammalarmi, di non essere ascoltata e di essere pazza. Paura di essere o di diventare pazza...forse quella era la paura più grande (ho preso il litio per cinque anni...). Sono cresciuta con una mamma che soffriva di depressione. La sentivo piangere ogni notte. Era una donna coraggiosa ma non l'ho mai vista felice. Di lei da bambina mi colpiva che anche quando sorrideva aveva gli angoli della bocca all'ingiù. Era troppo sensibile e, come me, percepiva molto più di quello che arriva alla maggior parte della gente. Essere così sensibili può essere molto dura, è un po' come essere privi di pelle e costantemente esposti al sole del deserto. Io mi sono sempre sentita così : troppo esposta e troppo sola. Senti e vedi cose che non vorresti e che non puoi davvero raccontare. Ad un certo punto ho cercato di sparire e ho smesso di mangiare. Quello in verità rimane nella mia memoria uno dei periodi più felici della mia vita, la sensazione che provavo era pericolosamente meravigliosa (ma di questo parlerò un'altra volta), anche in quel caso anche ebbi paura. Dopo tre settimane di digiuno totale ebbi paura di non riuscire più a mangiare e la paura fu un'alleata preziosa, mi fece capire che facendo un altro passo avanti non sarei tornata indietro. Ci sono voluti altri venti anni poi per trovare un equilibrio e ho avuto paura ancora tante volte in seguito, ogni volta che arrivavo troppo vicina al burrone mi spaventavo e tornavo indietro.
Io sono stata fortunata alla fine, oltre alla voce che mi diceva di uscire di strada (letteralmente...non in senso metaforico) c'era sempre l'altra voce che mi faceva tenere le mani sul volante. Ho avuto vari incidenti e, sebbene mai causati consapevolmente da me, ogni volta mi hanno fatta fermare e chiedere aiuto. Quel chiedere aiuto mi ha permesso di arrivare fino a qui ed essere in grado di parlare di tutto ciò col la speranza di potere essere utile, che poi è ciò che mi fa scrivere e disegnare e insegnare.
Mi è stato insegnato a rinunciare e che non vale la pena vivere e che non si può essere felici o amati davvero...ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Ci sono malattie chiamate "invisibili" e che in verità invisibili non sono, hanno sintomatologie precise e dinamiche precise e infatti tutte le persone che hanno sofferto o soffrono di anoressia o disturbi alimentari in genere, e tutti quelli che hanno sofferto o soffrono di depressione guarda caso si riconoscono tra loro e nei racconti degli altri. Solo che se piangi tutto il giorno e pensi che non ce la fai a vivere sembri un buono a nulla o uno che non sa vedere i "problemi veri". Il fatto è che se hai una gamba rotta, lo vedono tutti e si scansano per farti spazio ma se hai il cuore spezzato o peggio ancora, l'anima spezzata, invece ti schiacciano e tu li lasci fare perché davvero non ce la fai a prenderti lo spazio di cui hai bisogno.
Ho sempre disegnato e questo mi ha aiutata e anche se è una lotta costante perché la spinta a rinunciare a volte è più forte della spinta alla vita, quella voce profonda che ho imparato ad ascoltare anche grazie allo yoga non ha mai smesso di esserci, di parlarmi e tendermi una mano, a volte attraverso chi ho accanto.
Dovremmo imparare a non giudicare gli altri ma solo a comprendere. Siamo in tanti ad avere paura di qualcosa o di tante cose e forse a volte è più utile ammettere che cazzo se è difficile e doloroso e faticoso! Piuttosto che dire sempre che va tutto bene. E magari approfittare di quando va bene per confessare una scomoda verità. ❤️
Io ho un sacco di paure.
Ho paura dei luoghi chiusi e dell'altezza. Vado in panico se devo salire su un palco e parlare davanti a sconosciuti ma anche parlare a piccoli gruppi mi ha sempre riempito di angoscia.
Ho paura del giudizio altrui, di qualunque tipo sia. Anche solo fare una telefonata a qualcuno che non conosco per me è un incubo. Praticamente qualunque cosa che porti all' interazione col genere umano mi fa paura. Fin da bambina. Nonostante questo ho fatto molte cose : ho insegnato per dieci anni disegno e da quasi venti yoga, ho fatto laboratori, sono salita sul palco e ho fatto interviste e viaggiato. Sempre con una paura pazzesca e a volte facendo una figura pessima...ma almeno l'ho fatto.
Con gli anni, invecchiando, le paure si sono un poco attenuate ma non poi così tanto. Sono ancora tutte lì.
Ho avuto per molto tempo paura di ammalarmi, di non essere ascoltata e di essere pazza. Paura di essere o di diventare pazza...forse quella era la paura più grande (ho preso il litio per cinque anni...). Sono cresciuta con una mamma che soffriva di depressione. La sentivo piangere ogni notte. Era una donna coraggiosa ma non l'ho mai vista felice. Di lei da bambina mi colpiva che anche quando sorrideva aveva gli angoli della bocca all'ingiù. Era troppo sensibile e, come me, percepiva molto più di quello che arriva alla maggior parte della gente. Essere così sensibili può essere molto dura, è un po' come essere privi di pelle e costantemente esposti al sole del deserto. Io mi sono sempre sentita così : troppo esposta e troppo sola. Senti e vedi cose che non vorresti e che non puoi davvero raccontare. Ad un certo punto ho cercato di sparire e ho smesso di mangiare. Quello in verità rimane nella mia memoria uno dei periodi più felici della mia vita, la sensazione che provavo era pericolosamente meravigliosa (ma di questo parlerò un'altra volta), anche in quel caso anche ebbi paura. Dopo tre settimane di digiuno totale ebbi paura di non riuscire più a mangiare e la paura fu un'alleata preziosa, mi fece capire che facendo un altro passo avanti non sarei tornata indietro. Ci sono voluti altri venti anni poi per trovare un equilibrio e ho avuto paura ancora tante volte in seguito, ogni volta che arrivavo troppo vicina al burrone mi spaventavo e tornavo indietro.
Io sono stata fortunata alla fine, oltre alla voce che mi diceva di uscire di strada (letteralmente...non in senso metaforico) c'era sempre l'altra voce che mi faceva tenere le mani sul volante. Ho avuto vari incidenti e, sebbene mai causati consapevolmente da me, ogni volta mi hanno fatta fermare e chiedere aiuto. Quel chiedere aiuto mi ha permesso di arrivare fino a qui ed essere in grado di parlare di tutto ciò col la speranza di potere essere utile, che poi è ciò che mi fa scrivere e disegnare e insegnare.
Mi è stato insegnato a rinunciare e che non vale la pena vivere e che non si può essere felici o amati davvero...ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Ci sono malattie chiamate "invisibili" e che in verità invisibili non sono, hanno sintomatologie precise e dinamiche precise e infatti tutte le persone che hanno sofferto o soffrono di anoressia o disturbi alimentari in genere, e tutti quelli che hanno sofferto o soffrono di depressione guarda caso si riconoscono tra loro e nei racconti degli altri. Solo che se piangi tutto il giorno e pensi che non ce la fai a vivere sembri un buono a nulla o uno che non sa vedere i "problemi veri". Il fatto è che se hai una gamba rotta, lo vedono tutti e si scansano per farti spazio ma se hai il cuore spezzato o peggio ancora, l'anima spezzata, invece ti schiacciano e tu li lasci fare perché davvero non ce la fai a prenderti lo spazio di cui hai bisogno.
Ho sempre disegnato e questo mi ha aiutata e anche se è una lotta costante perché la spinta a rinunciare a volte è più forte della spinta alla vita, quella voce profonda che ho imparato ad ascoltare anche grazie allo yoga non ha mai smesso di esserci, di parlarmi e tendermi una mano, a volte attraverso chi ho accanto.
Dovremmo imparare a non giudicare gli altri ma solo a comprendere. Siamo in tanti ad avere paura di qualcosa o di tante cose e forse a volte è più utile ammettere che cazzo se è difficile e doloroso e faticoso! Piuttosto che dire sempre che va tutto bene. E magari approfittare di quando va bene per confessare una scomoda verità. ❤️
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